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Il “Voto di Terebra” a Valencia

8 Marzo, 2018ValenciaAboutBlog (i)

MuradaNel corso di un periodo turbolento come era il XIV s. emerse a Valencia un certo numero di donne che hanno adottato un modo originale ed asceti di vivere la sua esistenza terrena, invocando il “Voto delle Tenebre”, queste donne erano conosciuti come Murate a dipendendo del suo posto di ritiro (Chiesa  Sant’Andrea, o Santa Caterina, o Santo Stefano, o della Santa Croce, etc.), raggiungendo fama nella nostra città; ma C’erano altri murate non così noti, collegati a opere pubbliche come ponti, muri, conventi, edifici privati, etc. sparsi in tutta la città e già scomparsi, qui  documentarono cronisti storici.

La pratica della muratura, come forma punitiva è molto vecchio e usato fin dall’antichità; nell’antica Persia era la condanna per i ladri ed a Roma applicato alle Vestali che abbianGrabadoo perso la loro verginità. E ‘stata anche una forma molto comune di pena durante il Alto Medioevo, ma la novità è stata la presentazione volontaria (con il permesso di parenti o superiore) a una forma di vita ascetica-penitenziale. Questa pratica era una forma di misticismo radicale, che è nato nel Medioevo, è stato ripreso nel XIV s., ha raggiunto il suo culmine nel XVI s. e durò fino agli inizi del XIX s., nonostante la sua proibizione da parte delle Autorità Ecclesiastiche. E ‘stata una forma di ritiro volontario in cui le donne erano chiuse per vita in un piccolo cubicolo in cui la luce a mala pena penetrava, per dedicarsi alla preghiera e alla contemplazione mistica.

AscetaQuesti piccoli spazi, per lo più di nuova costruzione, sono stati costruiti attaccati a muretti di proiezione o pareti cave di chiese o monasteri; cubicoli stretti con una panchina di pietra, appena illuminati da un lucernario, i migliori aveva due finestre opposte, al di fuori per il cibo e un’altra per la chiesa di seguire gli uffici liturgici. Le donne sottoposte volontariamente da una cerimonia pubblica in cui il rituale somigliava quello di un funerale, sussistevano con una minima alimentazione fornita attraverso una piccola griglia, con pochi vestiti, sapendo che sarebbero morti lì (spesso per infezione). Il più comune era che la sua famiglia precedentemente rimborsava il costo di una vita che potrebbe durare per decenni con contanti, con merce, etc.; altri hanno vissuto dalla carità, ed alcuni di loro si ritiravano dal suo recinto nel corso degli anni per l’età o per motivi di salute.

L’idea è nata secoli fa, quando nei primi anni del Cristianesimo apparve la figura del “Ascetico”, che volontariamente si ritirava dalla vita nella società a vivere in solitudine nel deserto rinunciando ai conforti materiali e piaceri mondani per vivere una vita di privaceldazione e di preghiera, e di essere più vicino a Dio. San Antonio Abad, nel III s., è considerato il primo ascetico, seguito da altri come San Pacomio, Basilio di Cesarea, Gregorio Naziano, Eusebio di Vercelli, Simeone Stilita, etc. Questa tradizione è stata portata avanti per oltre 1000 anni attraverso i monaci qui si sono riuniti in comunità sotto le diverse Norme in conventi e monasteri, eretti in bellissimo posti naturali; fino arrivare a XIV s. come una nuova forma di spiritualità femminile urbana. Questo “nuovo” ascetismo è stato motivato da una religiosità popolare impregnata di fanatismo e paura dell’inferno ha trovato in questa pratica penitenziale un atto volontario di chi ha voluto volontariamente la mortificazione del corpo come un modo per raggiungere la santità. Questa vita appartata reso intoccabile e inviolabile il suo corpo, solo comunicato con l’esterno attraverso una piccola finestra, al riparo dal pericolo non solo fisico, ma di essere accusati di eretici o streghe; cioè che la sua condizione potrebbe consigliare, istruire, parlare e pensare liberamente “gratis et amore” di proposito trascendente e mondano, senza essere religiose o cadere nell’eresia.

Sin títuloMa nel corso del tempo è stato l’abuso di questa forma di vita, perché nel 1566 l’Arcivescovo D. Martin Lopez Ayala vieto questi murature o Voto di Tenebre, pero comunque sono rimasti in vigore, ma soggetto ai visitatori nominati dal Tribunale Ordinario e a condizione che non si sono tenute messe in cella, nemmeno nell’articolo morti. Risultato di questo veto è stata la creazione di “Beghinaggi”, spazi ristretti nel quale potrebbero essere insieme un piccolo numero di donne murate soggette a qualche regola di Ordine Religiose, cercando una maggiore assistenza fisica e spirituale. Alcuni anni più tardi la muratura individuale torno in tutta la città con l’approvazione delle autorità ecclesiastiche e durò fino all’inizio del XIX s con l’invasione francese, che ha sciocco e cambio la religiosità peninsulare portando Nuove Idee Razionalistiche. E perché questo cambiamento di spiritualità che le donne murate hanno dovuto cambiare il loro misticismo raggruppandosi altrimenti nei cosiddetti Ordini Laiche Terziarie di Donne e Vedove.

Il Voto a Tenebre non è stato qualcosa di unico per la città di Valencia, dal momento che ci sono stati molti altri luoghi alla Spagna come Burgos, Jaen, Cordoba, Granada, Astorga, Alicante, Salamanca, etc. E in Europa in città come Lisbona, Genova, Parigi, Vienna, Roma, etc. Ci sono ancora molti luoghi nella nostra città con le testimonianze che ricordano questo sSantaCatalinatile di vita, ma era sicuramente la chiesa di Santa Caterina una delle chiese preferite delle murate, la cui vecchia torre era situata sulla facciata della chiesa (attuale Piazza Loppe de Vega) in cui angoli sono murate donne in minuscole celle a vivere delle elemosine; c’era anche la chiesa di Santi Andrea, San Lorenzo e Santo Stefano. Tra famose murate erano sorella Madalena Calabuig, sorella Martina Aparisi e sorella Esperanza, che erano le tre nella chiesa di San Lorenzo; Ines Pedrós Alpicat, nota come Ines Moncada; Juana Zucala nel Monastero della Misericordia, dove il Patriarca Juan de Ribera stabulo Monache Agostiniane di St. Orsola; Margarita Agullona, ​​sorella francescana cui ammirata da molti santi religiosi valenziani; Genzana Angela Palomino, etc., etc.

Di questa attitudine religiosa, facendo una lettura più attuale, in senso femminista, possiamo dire che è stato la voglia di insegnamento e di espressione pubblica visibile che li ha portati a separarsi dal l’ordine stabilito, negando la società in segno di ribellione, con una vita inventata dalle donne e pure per le donne.

© FernandoC.

 

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